mercoledì 19 ottobre 2016

Il premio Nobel a Bob Dylan

(disegno da Hokusai)
Il premio Nobel a Bob Dylan

Con l’attribuzione del Nobel a Bob Dylan la giuria dell’Accademia di Svezia allarga il perimetro letterario alle forme musicali popolari e colte riscoprendo e innovando una  millenaria tradizione di commistione fra le arti, abbandonata da secoli nei contesti perlopiù accademici,  ma presente e viva in altri contesti culturali (i grandi cantori brasiliani per esempio). La scelta, che reitera quella compiuta a suo tempo con Dario Fo, si pone nel solco di un allargamento delle tradizioni della modernità senza indulgere a derive postmoderniste, di intrattenimento e minimaliste (Stephen King, Dan Brown, A. Baricco).

Noi accogliamo con favore l’evento perché ci sembra che questo allargamento non possa che essere fecondo per le sorti della poesia, di quella italiana in particolare nella quale ci sembra, la cautela è d’obbligo, di poter cogliere segni concreti di tentativi di disegnare nuovi percorsi.
Tali tentativi, troppo spesso timidi, sono condizionati da un lato da politiche editoriali di pura sopravvivenza, dall’altro dalla resistenza da parte degli autori a lasciarsi definitivamente alle spalle il peso di forme espressive e di contenuti esausti, salvo poi lasciarsi andare a un nauseante piagnisteo sulle sorti derelitte della ‘vera poesia’.

Al di là delle opinioni e al di là della critica che abbiamo da tempo riservato ai premi e al Nobel in particolare, riteniamo che questa sia una buona occasione per porre alla poesia domande diverse.
Franco Romanò e Paolo Rabissi

(il nostro ragionamento resta per noi valido qualunque sia la scelta di Dylan sull'accettazione o meno del premio. Del resto è consapevolezza comune che si tratta di un riconoscimento tardivo e che il premio avrebbe avuto ben altro senso negli stessi anni settanta). 

2 commenti:

  1. Bravo. Copndivido in toto. Credo che avrebbe condiviso anche Attilio se fosse stato ancora con noi.

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  2. Grazie del commento. Credo sicuramente anch'io che Attilio avrebbe condiviso.

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